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Gaio, come vincere in casa: "A Torino il luogo ideale per crescere"

Federico Gaio, nel Challenger 175 di Torino, gioca praticamente in casa, considerato che si allena al Circolo della Stampa Sporting ormai da quasi 3 anni. “Sì, lo ammetto, è molto bello giocare in casa. Mi trovo bene per la città che è decisamente affascinante, e così pure per il circolo che dà tante chance a un giocatore professionista"

16 maggio 2023

È di Faenza, ma ormai è anche un po' torinese. Federico Gaio, nel Challenger 175 di Torino, gioca praticamente in casa, considerato che si allena al Circolo della Stampa Sporting ormai da quasi 3 anni. Era il 2 dicembre 2020, quando insieme al coach Fabio Colangelo cominciò questa avventura. Ecco perché di fronte a una bella vittoria come quella ottenuta contro il tedesco Oscar Otte, il pubblico ha reagito con molto calore. Quello che peraltro un ottimo professionista come Gaio merita, per tutto quanto ha saputo fare nei suoi tanti anni di carriera. 

“Sì, lo ammetto, è molto bello giocare in casa. Ho anche portato Caruso – dice il faentino – a fare un mini tour del centro di Torino. Mi trovo bene per la città che è decisamente affascinante, e così pure per il circolo che dà tante chance a un giocatore professionista. È quasi impossibile trovarne di simili nel centro di una grande metropoli. Sono contento che questo torneo si svolga qui e sono felice che mi veda protagonista. L'affetto della gente lo avverto forte: il pubblico mi vuole bene, ci sono sulle tribune i ragazzi dell'agonistica, i maestri e i preparatori. L'aiuto emotivo c'è ed è importante per fare risultato”.

Il successo colto su Otte all'esordio, per Gaio, è uno dei risultati più importanti degli ultimi tempi. “Lui è un giocatore di ottimo livello, io sono contento di come ho servito e di come ho risposto. Lui mi ha fatto giocare, mi ha fatto entrare nello scambio, e io ne ho approfittato. Sono stato avanti 5-4 e servizio, poi 6-5 e servizio. Pensavo di dover fare qualcosa di più per chiudere il confronto, invece in realtà stavo già giocando bene. Quindi a un certo punto mi sono detto di fare il mio dovere, senza strafare. Questo alla fine ha pagato”.

Federico ha ormai 31 anni e tanta, tanta esperienza. Ma cosa è cambiato oggi nel modo di vedere il tennis dei pro? “Non sono più giovane come una volta, ho una maturità diversa, vedo meglio le cose, anche in campo. Il 2022 non è stato un anno semplice, ho avuto diversi problemi fisici che oggi però ho risolto. O meglio, convivo con questi acciacchi all'anca destra, che però non sono tali da non rendermi tranquillo. Grazie al mio preparatore non ho più dolore, devo solo fare esercizi e tenere controllato il problema. Anche la mentalità è diversa: scendendo di ranking ho imparato a non dare nulla per scontato, ho dovuto ritrovare l'umiltà di una volta. Ora questa fase mi sta portando a usare di più la testa, ma ho anche maggiore voglia di vincere e di risalire”.

Il futuro è – nelle intenzioni – un ritorno alle zone di classifica già frequentate in passato, ossia quelle a un passo dai top 100 (124 il best ranking, ottenuto nel 2020). “Sto passando sempre per le qualificazioni dei Challenger, a inizio anno ho disputato anche degli Itf e ho giocato tanto, trovando continuità. Mi sarebbe piaciuto vincere di più quando ho avuto delle chance per farlo, ma nel complesso sono contento di come stanno andando le cose”.

Al prossimo turno, altra sfida complicata contro l'argentino Camilo Ugo Carabelli: “Ho giocato un'ottima partita battendolo a Santiago, ma lui è solido e sta giocando bene. Mi aiuterà a sapere cosa devo fare, mi giocherò le mie carte. Quel match mi permetterà di avere le idee più chiare in campo ed esprimere il mio miglior tennis sin dall'inizio”.

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